Il monte ristretto

Dentro e fuori il monte ristretto

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Chiudete gli occhi, immaginate di partire da Roma e di mettervi in viaggio sulla Via Casilina, spostandovi verso Sud-ovest.

Dopo poco meno di 60 km, incontrereste questa collina che si chiama Monte Ristretto, una collinetta, mica tanto alta, con alle spalle i ben più grandi Monti Ernici.

E qual erano i confini di questo Monte Ristretto? Prendiamo sempre come riferimento Roma: arrivando ad Anagni incontrereste prima Bassano, poi continuando – prima di arrivare nel territorio di Ferentino – la zona delle Vaschette e di Tufano; tornando indietro, il cerchio continua risalendo dalle pendici del Muraglione per formare un anello che passa a fianco ai Monti Ernici, nel territorio di Vignola e per arrivare, infine, a chiudersi nella zona di San Filippo e poi della Badia della Gloria. 

Ed è proprio su questo Monte Ristretto che abbiamo deciso di accendere un faro, mettendolo al centro del nostro punto di vista per l’Ecomuseo.

 

 

 

ECOMUSEO ANAGNIA

DENTRO E FUORI IL MONTE RISTRETTO

Monte Ristretto, dunque, i cui confini non racchiudevano l’intero territorio di Anagni, ma dividevano il luogo del pascolo (fuori da essi) dal luogo in cui gli animali non potevano accedere (dentro di essi), soprattutto in alcuni periodi dell’anno, come quello della vendemmia. Non potevano pascolare perché se le bestie fossero scappate, avrebbero distrutto la ricca vegetazione, come viti, ulivi e ortaggi;  i cinghiali, ad esempio, venivano messi nella zona delle Mandrozze tra località Pantanello e la città di Sgurgola, perché molto dannosi per i raccolti. 

La transumanza, che transitava e interessava anche la via centrale del paese, era un visibile scambio tra il mondo fuori il Monte Ristretto e la vita dentro le mura cittadine. significava far passare gli animali da una zona all’altra a seconda delle stagioni, in passato gli animali erano pericolosi.

La vita pubblica di questa città si svolge, da sempre, dentro e fuori questo Monte: fin da quando, nell’antichità, tutti i popoli ernici si spostavano verso la pianura, in quella zona che oggi si chiama Osteria della Fontana e un tempo rappresentava il cosiddetto Circo Marittimo, luogo del Compitum Anagninum, dove si riunivano per decidere e discutere della vita dell’allora Anagni e dei territori circostanti. 

Anagni sorge, allora, su questa montagnola di 460 m, in posizione dominante su tutta la valle del SAcco, una posizione strategica su questo sperone a controlle delle vie di comunicazione fra il Lazio Settentrionale e la Campania: è questa posizione che favorì certamente scambi e contatti fra questo centro e i gruppi limitrofi che transitavano in questa direttrice. è per questo che anagni assorbe nel corso dei secoli modelli culturali diversi. Ciò che c’è fuori il Monte Ristretto ha una potenzialità enorme: fertili pianure ricche di acqua, tanto da diventare, questi territori, l’oggetto della prima legge agraria della Storia di Roma nel 486 a.C.

Dentro e fuori, dunque, indicava più di un banale confine geografico, erano due modi diversi di vivere il territorio, l’uno legato all’altro, l’uno che non può esistere senza l’altro. 

Ecco, Anagni è adagiata proprio su questa collinetta che domina da ogni lato su vallate e campagne, strette tra due file di monti, mostrandosi come un territorio prettamente agricolo.