Baluardo anagnino
Origine ed evoluzione
La Basilica Cattedrale di Anagni è la chiesa madre della città di Anagni e della Diocesi. Costruita per volere del vescovo Pietro da Salerno tra il 1071 e il 1104, sorge sul punto più alto della collina in posizione dominante rispetto all’intero abitato. La facciata, rivolta a sud-est, è caratterizzata da forme romanico-campane con tre portali sormontati dalle rispettive lunette. Presenta una interessante fascia decorativa a destra e a sinistra della porta Matrona, realizzata con materiali di riuso di epoca altomedievale, appartenenti a una precedente costruzione.
Di notevole rilevanza è anche la facciata sul lato meridionale, che fino al 1839 presentava una scala monumentale, la quale metteva in collegamento il portale laterale con la piazza sottostante. In alto, sulla loggia delle benedizioni, spicca la statua di Bonifacio VIII contenuta in un’edicola decorata con una serie di stemmi tra cui quello della famiglia Caetani dalla quale proviene il Papa, mentre sul lato sinistro si nota la costruzione della Cappella Caetani realizzata per volere del Papa anagnino intorno al 1296.
L’interno della Cattedrale, a croce commissa (T), è a tre navate absidate delimitate dall’alternanza di pilastri e colonne. Il presbiterio, rialzato, sottolinea la presenza di una cripta al piano inferiore in cui riposano i corpi dei santi locali. La navata centrale presenta una serie di archi ogivali costruiti durante i lavori di ammodernamento duecentesco, durante i quali venne realizzata anche la pavimentazione cosmatesca realizzata da Iacopo di Cosma di Lorenzo e dai figli Luca e Iacopo. L’arredo liturgico è costituito dal ciborio che sovrasta l’altare maggiore, dalla cattedra episcopale e dall’elegante colonnina tortile per il cero pasquale, queste ultime opere sono firmate da Vassalletto e realizzate durante gli anni del vescovo Landone (1262-72). L’attuale balaustra marmorea, decorata con motivi cosmateschi, è frutto di un ripristino dei primi anni del ‘900.
Le decorazioni sulle pareti richiamano il motivo originale duecentesco in finto bugnato rustico che è stato ritrovato in alcuni punti della navata centrale. Nel Seicento, sotto il vescovo Seneca, la cattedrale subì un pesante intervento che ne compromise l’assetto liturgico medievale con l’eliminazione della Schola cantorum e di parte delle decorazioni originali. A fine Ottocento si registra un altro intervento che interessò le decorazioni parietali, comprese quelle absidali che permangono tuttora. Nel 1938 iniziò un’opera di derestauro volta all' eliminazione delle aggiunte moderne per tentare di ripristinare l’originale assetto medievale.
Museo e cripta
Annesso alla cattedrale è il Museo che comprende numerose sale collocate nei locali della sacrestia in cui sono conservati, tra le altre cose, i paramenti donati da Bonifacio VIII alla Cattedrale. Nel piano inferiore della cattedrale, il percorso museale comprende anche l’Oratorio di San Thomas Becket, decorato verso la fine del XII secolo e dedicato da Papa Alessandro III all’amico arcivescovo di Canterbury, ucciso da alcuni soldati della casa di Enrico II Plantageneto all’interno della cattedrale di Canterbury e la Cripta di San Magno, vero gioiello della Cattedrale, interamente decorata tra la fine del XII secolo e la prima metà del XIII da tre diverse maestranze tra le più abili dell’epoca. I 540 mq di pittura originale ne fanno uno dei cicli pittorici più importanti dell’Occidente medievale. Le tematiche affrontate spaziano dalle storie dei santi i cui corpi riposano negli altari della cripta a racconti biblici tratti dal Primo libro di Samuele e dall’Apocalisse di Giovanni fino ad arrivare a una singolare rappresentazione della creazione ispirata alle teorie filosofico-scientifiche e mediche medievali.
Lo "schiaffo" in breve
Data la prolungata presenza in Anagni di numerosi pontefici tra il secoli XI e XIV, tra cui alcuni di origine anagnina, la Cattedrale è stata teatro di numerosi eventi storici tra cui canonizzazioni come quella del 1255 di santa Chiara di Assisi e scomuniche: Federico Barbarossa, Federico II e Manfredi. La Cattedrale si trovò anche protagonista durante l’episodio storico più noto avvenuto in città ossia lo “Schiaffo” in quanto Sciarra Colonna per raggiungere il pontefice che si trovava nell’antico episcopio posto sul lato settentrionale della Cattedrale stessa, incendiò le sue porte e ne permise il saccheggio.