Il fiore all'occhiello di Anagni
Notevole è il nostro vino (specialmente il Cesanese) al quale abbiamo dedicato un altro itinerario.
Anagni vanta diverse case vitivinicole, tra le quali ci sono, quella più antica di Coletti-Conti, Corte dei Papi, quella che appartiene ai Giuliani e Pileum.
In antichità, prima che vi fossero queste aziende, il vino si faceva da sé, ognuno lo produceva per il proprio bisogno, veniva fatto fuori nella campagna (fuori le mura), messo in delle vasche, lavorato e infine veniva portato il mosto dentro le mura.
La malattia della vite si chiama la "Peronospora", un fungo che si forma sulle foglie che se non combattuto subito non permette la nascita del frutto e porta alla morte della vite. Gli elementi naturali importanti per combatterla erano il verderame, lo zolfo e la calce (insieme all’acqua): la sera si metteva il verderame a sciogliere dentro un “manecuto”, la mattina l’acqua aveva preso una tinta azzurra ed era pronta ad essere irrorata. Si metteva questo prodotto, la calce e l'acqua dentro la pompa e si dava la famosa acqua ramata a tutti i filari della vite.
Una volta raccolta la pennola, l’uva, l’uomo era obbligato a pigiare coi piedi per ottenere il mosto, successivamente negli anni '10 del Novecento vennero create le prime pigiatrici manuali: buttando il contenuto dei cesti pieni di uva ,girando una manovella, si azionava la pigiatrice per far cadere nella tinella raspo e chicco d’uva.
L'area geografica vocata alla produzione del Vino di Anagni si estende tra la parte pianeggiante e le colline del bacino dell’alta valle del fiume Sacco, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.
Il territorio di Anagni è sempre stato fruttifero, come attestano diverse fonti antiche, e si presume che da questa zona fossero condotte a Roma ingenti quantità di prodotti agricoli fra cui le uve, la cui coltivazione e successiva lavorazione per ricavarne vino è attestata dall’esistenza di torcularia, reperiti in aree agricole, già sede di ville rustiche romane.
Anche per il Medioevo si hanno diverse attestazioni, sia iconografiche che documentali, relative alla viticoltura. Sulla facciata della cattedrale di Anagni e negli affreschi della cripta si possono ammirare scene che si riferiscono chiaramente alla viticoltura. Nello statuto medievale della città di Anagni e nella redazione del primo Cinquecento la vigna e la sua produzione erano tutelate con pene elevatissime, proprio per l’importanza sociale ed economica del vigneto, dell’uva e del vino.
Quanto fosse importante la coltivazione della vite e la produzione del vino si evince da un documento settecentesco vaticano nel quale si legge che: “Il territorio di Anagni potrebbe alimentare la città di Roma almeno molti mesi all’anno almeno con i tre generi più essenziali, cioè grano, vino, e granturco”. Verso la fine dell’Ottocento i principali vitigni coltivati erano il Romanesco, il Bello, il Velletrano ed il Biancone, tutti a bacca bianca, mentre tra quelli a bacca rossa spiccavano la Lagrima, il Cesanese ed il Tagliaferro. Di queste uve erano maggiormente apprezzate, per il loro pregio, il Romanesco, la Lagrima ed il Cesanese.
Anche in tempi recenti il vino di Anagni gode di buona fama: nel 1967 la pubblicazione di Luigi Volpicelli, dedicata alla “Cucina laziale”, riserva una sezione ai Vini del Lazio. Tra le colline della Ciociaria e i monti Ernici, nei territori dei comuni di Piglio, Affile, Serrone, Acuto, Anagni e Paliano, spiccano distese e distese di vigneti: è la zona di produzione del Cesanese Docg, un ottimo vino rosso del Lazio. In suo onore, con lo scopo di farlo conoscere, ma soprattutto di deliziare i palati di chi passa di qua, è stata creata la Strada del Vino Cesanese, fantastica da percorrere sulle due ruote, perfetta per un itinerario del gusto.
Il Cesanese del Piglio è un celebre vino rosso del frusinate prodotto sui Monti Ernici e nella Valle del Sacco. La coltivazione del vitigno Cesanese nella zona è molto antica e se ne hanno testimonianze a partire dai Latini e per tutto il Medioevo. Il Cesanese è un vino sempre elegante, con prevalenza di toni floreali e speziati. Di colore rosso rubino molto carico e con intensi riflessi violacei tendenti al granato. Il vino Cesanese ha un profumo intenso e complesso con sentori di viola, di amarena e marasca.